GARA D’AMORE PER CURARE UN BIMBO MUTILATO

GROSSETO. «Guarda cos’hanno fatto a questo bambino Dice il medico, abbassando i pantaloncini a un bimbo che avrà non più di nove anni gli hanno tagliato il pene! ». Pugno nello stomaco. La ferita è bestiale, eppure a infliggere la, è stato un essere umano. La scena si svolge all’ospedale Misericordia di Grosseto. ll bimbo si chiama Jonas, arriva dal Congo, dall’ospedale-missione di Mama Coco,l’impagabile Laura Perna. Non parla una parola di francese.Jonas è stato in Maremma,ospite di alcuni medici dell’ associazione “Un mondo di amici” accompagnato da un padre claritiano, su :iniziativa della Caritas di Siena. Del suo caso sì sono occupate anche “le Iene” in un approfondito servizio sulle sevizie inflitte ai bambini in uno dei paesi più arretrati e corrotti del pianeta, l’ex Zaire. Jonas è passato dal reparto di pediatria e ha lasciato un segno. «La sua storia ha fatto piangere anche noi che qui lavoriamo da anni e ne abbiamo viste tante» -ammette un’infermiera del quarto piano. Da non crederci. Più la vittima grida dal dolore e più il santone che lo tortura ammonisce i suoi genitori: Vedete? È posseduto dal diavolo e Belzebù ora sta uscendo». E ovvio che qualsiasi essere umano torturato urli dal dolore,ma gli adulti in Congo – raccontano ai medici grossetani,che a Kinshasa hanno trascorso dei brevi periodi di lavoro,ad aiutare la dottoressa Perna sono accecati dalle superstizioni. Dai dal tabù e dalle credenze irrazionali>>. Sono poveri disgraziati che non riescono a capire che si tratta solo di fàntasie inventate dagli stregoni per :poter guadagnare denaro. Ministri di culti il cui unico scopo è sfruttare la disperazione di chi spera di migliorare la propria vita grazie alle torture su un figlio. L’ospedale di Laura Perna trabocca di ragazzine alle quali, durante i riti propriziatori di magia nera, è stata tagliata tutta la parte esterna della vagina ,e di bambini con la pelle coperta da orrende piaghe causate dalle scottature prodotte con ferri o bastoni ardenti. Uno di loro ha i piedi rotti ridotti a moscerini, tagliuzzati, lacerati. Jonas ha tagli sul collo bruciature sulle gambe e il pisellino mozzato. Di storie come quella di Jonas non avremmo mai avuto notizia se la dottoressa Perna oltre quindici anni fa,non avesse scelto il continente nero «per dare un senso al suo pensionamento». Un angelo nell’Africa Nera. Piccola, capelli grigi raccolti sulla nuca bloccata ormai su una sedia a rotelle dopo l’ultima caduta che le spezzato il femore,la Perna guida l’ospedale pediatrico di Kimbondo, una trentina di chilometri da Kinshasa,la capitale della Repubblica Democratica del Congo.Già direttrice dell’Istituto di pneurnologia dell’Università di Siena. nominata Grand’Ufficiale dal presidente Oscar Luigi Scalfaro, Africa ha intrapreso un nuovo capitolo della sua vita,prima in Uganda e in Camerun e poi,definitivamente, in Congo. Qui ha avviato un sodalizio inossidabile con padre Hugo Rias,un sacerdote-medico Cileno che abbiamo conosciuto nei giorni scorsi a Grosseto ,Maledetta Stregone: Cosi un piccolo ambulatorio in mezzo alla foresta è diventato un ospedale che ospita più di quattrocento persone. Oltre al piccoli malati di tubercolosi, Aids e malaria, Kimbondo è oggi Il rifugio dei bambini stregoni,un fenomeno dilagante in Congo al continuo propagarsi di nuove sette religiose. Quando in una famiglia accade qualcosa di spiacevole o doloroso, la perdita del lavoro o la morte di un parente, la colpa viene sempre data al malocchio e si cerca il colpevole. Cosi gli adulti vanno dai santoni e e quasi sempre si individuano i bambini come i responsabili del maleficio, soprattutto se piccoli come è accaduto a Jonas,soffrono di malattie psichiche o hanno deformazioni fisiche. I piccoli considerati indemoniati, quando non vengono ammazzati finiscono per essere torturati; mutilati. Un’escalation di supplizi inenarrabili Gli aiuti dall’Occidente. Ma chi aiuta l’ospedale-missione di padre Rios e Laura Perna? Noi italiani. I casi più gravi(ma risolvibili con un intervento chirurgico) due volte all’anno vengono portati in ltalia  per farli operare. L’ospedale  Gaslini di Genova si è messo a disposizione, il Monte dei Paschi di Siena destina ogni anno dei fondi al volontariato in Congo. Ma la parte Più grande dei finanziamenti  arriva da piccole associazioni, fondazioni e semplici cittadini, come la grossetana” Un mondo di amici” o la fondazione “Aiutiamoli a vivere”. A questa catena di solidarietà si deve  l’arrivo del piccolo Jonas a Grosseto con la speranza di ridargli un futuro,Jonas ora spera. La settimana scorsa,infatti, il bimbo è stato sottoposto a Padova affidato alle mani di una delle più accreditate équipe chirurgiche del settore a un delicato intervento di ricostruzione dell’apparato genitale. E proprio oggi è atteso di nuovo a Grosseto al Misericordia dove affronterà la convalescenza prima di ritornare in Congo. Restituito alla vita dopo essere passato attraverso  l’inferno.
Grazie all’amore e all’impegno di tante persone, che per continuare a regalare speranza hanno a loro volta un gran bisogno d’aiuto.