La storia di Jonas, bambino congolese ricoverato al Misericordia di Grosseto, è incredibile. Incredibile ma vera, maledettamente vera. Jonas il nome gli è stato dato dai suoi salvatori perche non si sa’ niente della sua famiglia né della tribù nella quale il ragazzino viveva, e dalla quale è stato cacciato dopo la tortura «perché considerato uno stregone » ovvero, nella cultura africana, l’origine di tutti i mali. Jonas potrebbe avere otto o nove anni Fu notato da due suore qualche tempo fa a Kinshasa,nel Congo, a 40 chilometri dall’ospedale «maremmano» di Kimbondo, fondato dalla nostra dottoressa Laura Perna ( oggi ha 87 anni) dove sono curati 470 bambini, la maggior parte abbandonati, affetti da tubercolosi e Aids, mentre, in condizioni disperate ma affamato, cercava qualcosa da mangiare tra i mucchi dell’immondizia. Venne portato a Kimbondo e da qui, grazie alla dottoressa Perna e all’associazione «Un mondo di amici» di Grosseto, in Italia il 13 Ottobre. Il bambino era stato evirato con il taglio dell’organo genitale e ha avuto come esito una serrata stenosi dell’uretra. E, come se non bastasse questa crudeltà, ferito gravemente alle spalle e alle gambe: bisognava intervenire d’urgenza. Cosi è stato operato a Padova dal profe.Ssor Rigamonti che gli ha ricostruito l ‘uretra permettendogli una diuresi «normale». E questo grazie alla Caritas, di Grosseto e Siena e alla Fondazione Monte dei Paschi e all’ Abio. Poi Jonas, è rientrato a Grosseto nel reparto del professor Gabriele Barlocco dove si prendono cura di lui tanti volonlari. I medici di pediatria con gli infermieri. Ognuno di loro è diventato babbo e mamma di Jonas che li chiama, li vuole abbracciare: ha un bisogno incredibile di affetto e a Grosseto lo sta trovando in maniera meravigliosa. Con Jonas si sta vivendo momenti di grande emozione, Con Jonas e con padre Marcel Muyembi missionario che sta con lui e che la dottoressa Maria Carla Martinuzzi ha definito «l’uomo della provvidenza>>. Senza padre Muyembi, comunicare con Jonas sarebbe stato impossibile. Abbiano chiesto a Gabriele Barlocco se Jonas potrà guarire: «La medicina fa tanto, ma i miracoli no. Sia dal punto di vista funzionale urinario e sessuale, potremo fare grossi passi avanti,anche dal punto di vista estetico. E’ difficile però un ripristino totale, del 100% della situazione naturale». «La storia di Jonas – ha aggiunto il dottor Vito Ricciuti di ‘Un Mondo eli amici’- per noi che viviamo in una società e che abbiamo pressochè tutto, ci deve far riflettere». Quale futuro potrà avere? «L’unico futuro di Jonas è che l’opera intrapresa dalla dottoressa Pema non vada a finire alla sua morte. Se il governo congolese ritira, espropria i territori della dottoressa Perna – spiega la dottoressa Maria Carla Martinuzzi- tutto quello che è stato costruito sopra l’ospedale andrà a finire e anche il bimbo si ritroverà in mezzo alla strada con altri 400 bambini. Tutto è legato alla politica». E se venisse adottato in Italia? «Il bambino deve stare in Congo, perché viene accettato in maniera diversa, viene accettato dai suoi compagni e potrà anche trovare un lavoro. Lì ha la sua ragione di essere, qui sarebbe un uccellino fuori dal suo ambiente ecologico e non potrebbe sopravvivere, o sopravvivrebbe in mano di altri stregoni locali Adozione? «No, non sarebbe propriò auspicabile per lui».