Laura Perna, Hugo Rios e i Bambini

A 35 Km dal centro di Kinshasa,a Mont Ngafula, la Prof.ssa Laura Perna, Direttrice Emerita dell’Istituto di Pneumologia all’Università di Siena, nel 1998 ha realizzato il sogno della sua vita: una struttura pediatrica gratuita nel cuore dell’Africa, in un territorio difficile dove nulla, o quasi, è gratuito. Un’opera da sogno che, con tenacia e attraverso mille difficoltà, Laura Perna è riuscita a realizzare nei suoi 96 anni di vita.

Laureata nel 1942 in Lettere Antiche e successivamente, nel 1951, in Medicina e Chirurgia, dopo aver ricoperto il ruolo di direttore dell’Istituto di Clinica della Tubercolosi e Malattie all’Apparato Respiratorio dell’Università di Siena, al momento della pensione, all’età di 65 anni, sentendosi ancora in piena forma e per nulla stanca, decide di cominciare un nuovo capitolo della sua vita e si trasferisce in Africa. Prima, brevemente,in Uganda e in Camerun e poi, definitivamente, nella Repubblica Democratica del Congo( ex Zaire) dove grazie all’aiuto di Padre Ugo Rios, un Missionario dell’Ordine dei Claritiani originario del Cile e medico, ha fondato e manda avanti l’ Ospedale Pediatrico dove i bambini hanno trovato e trovano non solo cure, ma anche tanto amore. I bambini sono gli assoluti protagonisti di questa realtà.

Agli orfani di guerra, ai bambini ex soldato o a quelli che vivono sulle strade perché abbandonati dalle famiglie, che non sono in grado, di sfamarli, si aggiungono i bambini “ ndoki “ ( letteralmente “ da buttare ) “ les enfants sorciers “ “ i figli maledetti “ cacciati di casa perché accusati di stregoneria. Il fenomeno dei bambini stregoni si sta diffondendo soprattutto nelle baraccopoli dei nuovi arrivati che circondano le città. Si sviluppa perché, con l’ urbanizzazione, vengono meno i valori basilari che regolano la vita nei villaggi.

L’ organizzazione della società tradizionale africana riserva ai più piccoli le attenzioni delle comunità in cui sono nati: se un bimbo resta orfano, scatta la solidarietà tribale e tutto il villaggio se lo prende in carico e l’ amore tribale supplisce a quello familiare. Ora invece i bambini considerati posseduti dal diavolo vengono allontanati e abbandonati. Le strade di Kinshasa sono piene di bande di minorenni scacciati dalle famiglie. La loro vita assomiglia più a quella dei cani randagi che a quella degli esseri umani. Laura Perna è deceduta nel settembre del 2015 , all’età di 96 anni e oggi riposa a Kimbondo tra i suoi bimbi.

Fondazione Pediatrica di Kimbondo

Così è nata l’ attuale Fondazione Pediatrica di Kimbondo ( FPK) riconosciuta come Fondazione Congolese di Diritto, che ha come finalità l’accoglienza benevola di bambini malati, abbandonati, orfani, senza mezzi di sostentamento, prendendosene cura apportando loro assistenza medica e socio-culturale : il suo scopo è in effetti lo sviluppo medico-sociale degli esseri umani. Nata come Centro Nutrizionale e Dispensario, la FPK è attualmente composta da un Ospedale Pediatrico (200 posti letto – 5 reparti – circa 40 aperture di cartelle al giorno per un totale di 15.000 accessi ospedalieri annui + 95 accessi quotidiani ad ambulatori, laboratori e Centro Trasfusionale – dati 2015), da un Orfanotrofio (500 bambini circa), da un Complesso Scolastico (dalla scuola materna alle professionali per un totale di 450 alunni) e da un Polo Agricolo sito a Kinta (1200 ettari, a 150 km da Kimbondo – 5 ore di viaggio).

L’Ospedale Pediatrico di Kimbondo è noto in tutto il paese come Maman Koko, soprannome dato alla dottoressa Perna dai primi bimbi accolti che in lingala (la lingua di questa regione del Congo) significa mamma-nonna e sicuramente anche negli anni venire sarà sempre ricordato con questo nome. All’ospedale arrivano centinaia di bambini all’anno da ogni provincia vicina e lontana. Vengono accolti tutti i bambini malnutriti, esposti all’altissimo rischio di insorgenza di patologie correlate e gravi infezioni e offerta protezione ai minori in pericolo, abbandonati e seviziati.. Molti di essi sono abbandonati o orfani e questi, al termine delle cure, vengono accolti nelle case dell’Orfanotrofio. E’ un rifugio e una speranza perché anche se i farmaci non ci sono, anche se il laboratorio fa solo pochi esami, nessuno viene mandato via, per tutti si cerca di fare il massimo, per tutti c’è una parola di conforto. Le condizioni in cui si lavora,in un posto come quello sono veramente al di fuori del nostro immaginario. L’Ospedale comprende diversi padiglioni : Terapia Intensiva, Medicina Generale, Cardiologia, Tubercolosi Polmonare ed Ossea, Riabilitazione per handicap, Radiologia-Ecografia e Laboratorio Analisi, un moderno Centro Trasfusionale, Neonatologia, Ambulatorio Odontoiatrico) oltre a servizi vari quali cucine, lavanderia etc.. e ad abbondante disponibilità di acqua pulita. Attualmente è in costruzione un padiglione chirurgico.

La degenza dispone di circa 200 posti e ogni giorno è molto attivo un ambulatorio “ per esterni “ che effettua circa 80-100 prestazioni ambulatoriali al giorno comprensive di visita medica + effettuazione di esami di laboratorio e radiologia con consegna, nel pomeriggio, dei risultati. I casi più gravi vengono ricoverati, mentre agli altri vengono consegnati dei farmaci e/o una prescrizione medica : le patologie trattate sono rappresentate per lo più da malaria, Aids e Tbc anche se numerose sono le malformazioni cardiache, la drepanocitosi e le gastroenteriti. Dal 2009 la FPK dà istruzione diretta a ciascuno dei bambini accolti nella Scuola di St. Claret, nata a 1 km dall’ospedale e aperta alla popolazione povera di tutto il territorio circostante. Il contributo economico diretto dei suoi due fondatori e gli aiuti dei loro molti amici hanno consentito la sopravvivenza e l’espansione di quest’opera per lunghi anni. Ma l’esponenziale crescita del numero dei bambini accolti (più che raddoppiati nell’ultimo quinquennio) e la necessità di rispondere a tutte le esigenze nutrizionali, sanitarie e strutturali, hanno portato padre Hugo a scegliere (o come lui dice a sognare) di acquistare la terra: proveniente da una famiglia che in Cile aveva possedimenti terrieri, sapeva bene il valore nel tempo che coltivare la terra può dare e dunque ha realizzato quel sogno per garantire il futuro ai figli del suo paese d’adozione.

Nasce così nel 2010 il Polo Agricolo di Kinta sul Plateau de Bateke un’impresa agricola totalmente autoctona i cui lavoratori provengo esclusivamente dai villaggi limitrofi e sono stati formati da agricoltori esperti provenienti dall’unica zona a tradizione agricola dell’intero paese, il Bas-Congo.